I MURI DEL SILENZIO di Silvia Tamburriello e Miriam Rosa Togni (Ventura Edizioni, 2022, euro 15)
Sono passati quasi sei anni ormai dal
terremoto del centro Italia, da quei 24 agosto 26 e 30 ottobre 2016, ma
dopo pochi mesi da quelle date è caduto il silenzio. Da qui il titolo di questo
libro: i muri sono quelli crollati, il silenzio è quello che è cresciuto al
loro posto e sta sovrastando la vita di tanti borghi delle Marche e delle altre
regioni coinvolte.
Il libro è la raccolta di testimonianze dirette di abitanti, imprenditori, amministratori,
ma anche di registi che hanno documentato ciò che è avvenuto in quei fatidici
giorni, nei mesi e poi negli anni successivi. Scorrendo i capitoli e le
immagini che li accompagnano vien fuori la tenacia di chi è rimasto a mantenere
in vita questi paesi. Ma non solo questo troverete nel libro, che non
esclusivamente un attento reportage. Le autrici stesse, nell'ascoltare le
parole, le emozioni dei protagonisti, ne sono rimaste così coinvolte che
raccontano anche ciò che in quei momenti di confessioni hanno provato loro
stesse. Perché così come non è facile per chi racconta tornare a rivivere quei
traumi, non è neanche facile per chi ascolta e sente questa grossa
responsabilità del pubblicarle.
Le autrici reagiscono e si fanno domande che forse molti di noi, forse il
lettore stesso si farebbe. Chiedono al lettore di partecipare, ed ogni racconto
diventa un colloquio molteplice, tra il protagonista e chi lo ascolta, lettore
compreso.
Il coinvolgimento attivo del lettore è anche nell'esortazione con cui
Miriam Rosa conclude spesso le presentazioni: "Perché i muri sanno
parlare, se tu saprai ascoltarli".
Miriam Rosa e Silvia, rimaste così colpite dalle realtà che qui emerge, hanno
deciso di devolvere parte del ricavato della vendita a due progetti, quello
della Pro Loco di Visso e quello di "Uno spazio per crescere" di
Camerino. Entrambi progetti rivolti alla ricostruzione del senso di comunità,
sia tra i grandi, gli anziani, che tra i ragazzi. Tutto il libro Infatti è
pervaso da quel grande vuoto che sentono i protagonisti, la mancanza quasi
scippata di quel senso fondamentale di appartenenza al proprio paese, qualcosa
che non sono solo costruzioni, i "muri" appunto, ma anche storie,
usanze quotidiane, memorie collettive, in una parola è l'anima di una città.
Ma nonostante la rassegnazione e la rabbia per i quasi sei anni passati,
nelle pagine troviamo la tenacia nel voler rimanere a dar corpo al sogno,
quello di rivedere ricostruito il proprio borgo dimenticato. Questa tenacia, il
"sogno" riportato nella frase di Paolo Coelho in copertina, ha
contraddistinto moltissimi abitanti delle aree del cratere sismico sin dal
primo giorno, quando hanno preferito la strada più difficile, restare, a quella
forse più semplice da attuare, andar via e lasciarsi alle spalle il proprio
paese in rovina.
Il progetto del libro non si ferma al sostegno economico per la ripresa delle
due comunità, ma si pone l'obiettivo di rendere giustizia al "silenzio
mediatico", di mantenere accesi i riflettori sulla situazione dei
luoghi maggiormente colpiti, facendo arrivare i racconti soprattutto a coloro
che "del terremoto non ne sentono più parlare e pensano quindi che sia
tutto a posto". Più ampiamente sarà diffuso il libro maggiore sarà
il raggiungimento di tale obiettivo. Che per i "ragazzi", come li
chiama Silvia, gli "amici" di Miriam Rosa, a Visso, Castelsantangelo
sul Nera, Muccia, Pieve Torina, Camerino e in tanti altri paesi è
indispensabile, vitale. Quello che chiedono è "non ci dimenticate".
Carlo Sestini