STORIA DI UN NUMERO di Davide Rossi (Rossini editore, 2021, euro 13,99)
Per raccontare l'ultima fatica letteraria di Davide Rossi, occorre andare per gradi, partendo da alcuni dati esterni. Può sembrare ovvio iniziare dalla quarta di copertina, ma le informazioni che questa contiene possono aiutare a capire l'atmosfera di ampio respiro contenuta all'interno del romanzo.
L'altro dettaglio che colpisce riguarda i titoli dei capitoli. Per grossa parte riportano alla mente le varie tappe che portano dalla semina alla crescita di una pianta e il modo in cui far convivere nello stesso ambiente piante molto diverse tra loro.
Sfogliando le pagine, con occhio attento, si capisce che l'attinenza con la trama sussiste. Il protagonista Kenny è come un piccolo seme che man mano che prosegue la storia cresce e impara (a volte a suo malgrado) come rapportarsi con gli altri. Nasce in un Paese africano che non viene specificatamente indicato, perché quella povertà e quel disagio che contraddistinguono il suo ambiente sono gli stessi che caratterizzano grossa parte di quel continente. E in un contesto del genere Kenny cresce, ma non solo nel senso fisico. Realizza che per lui la vita può essere altro da quel grigiore. Decide quindi di affrontare un viaggio, il viaggio della vita, verso l'Italia (anche perché aveva studiato un po' d'italiano a scuola). E non si tratta di una scampagnata, bensì di un passare attraverso gironi molto simili a quelli danteschi. Perché qualsiasi realtà saprà di paradisiaco rispetto a quanto lasciato alle spalle. E anche questo percorso serve alla maturazione di Kenny, a capire quanto sacrificio ci voglia per arrivare a un risultato come quello che si era prefissato lui. Naturalmente, come lui, altri giovani si mettono alla ricerca di una migliore fortuna scappando dal luogo natio. In questa fuga, loro e Kenny sono talmente mescolati tra loro da perdere la propria identità. Eppure, in questa penosa perdita di se stessi, in questa esplorazione del dolore, Kenny è capace di
vivere qualcosa di significativo...
Con "Storia di un numero" Davide Rossi crea una decisa cesura col proprio passato di scrittore cambiando del tutto stile e genere. Se in "E alla fine c'è la vita" dominava una dimensione minimale nel periodare e nei dialoghi, qui il registro presenta un respiro molto più ampio. C'è più spazio per le descrizioni, per ritrarre i singoli personaggi anche con qualche sfumatura. D'accordo, Rossi non è certo il primo a parlare di simili argomenti e la storia a molti potrà non parere del tutto originale. Questo non toglie che ha avuto un certo coraggio nell'affrontare questo
tipo di tematiche in un contesto come quello attuale dove una simile trama potrebbe essere considerata 'scomoda'.
Un plauso a lui e a chi ha creduto in lui.
Enrico Redaelli